Al quinto piano dell’ex Banco di Napoli, oggi una delle sedi di Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo, si trova il Cocktail & Tapas Bar Anthill, nome che riflette una metafora molto cara allo chef Giuseppe Iannotti, che qui hanno sede anche i suoi progetti gastronomici Toledo 177 e Luminist.
La nascita dell’Anthill
Iannotti vede la sua squadra come un formicaio operoso, dove il lavoro si svolge in armonia sia in cucina che in sala e dove ogni membro contribuisce con piccoli ma essenziali passi. Questo forte spirito di collaborazione si evince particolarmente nel progetto di Napoli, dove le attività si dividono tra il Bistrot, la Caffetteria, il Cocktail Bar e il Ristorante.
«Ho conosciuto chef Iannotti nel novembre 2021, io avevo già avvisato il locale dove lavoravo (Il Mercante di Venezia ndr) di voler cambiare, dedicarmi ad altri progetti senza avere un’idea precisa – ci racconta Anna Garuti, Bar Manager di Anthill – Ho conosciuto lo chef a Milano in un evento di Nikka Whiskey e lui era uno dei tre giudici mentre io ero una competitor. Lui aveva già aperto Luminist e stava cercando qualcuno per il Cocktail Bar, io cercavo un progetto a cui dedicarmi e dunque a febbraio 2022 ero già qui all’Anthill».
Inaugurato l’11 maggio 2023, il Cocktail Bar Anthill offre sia una sala interna con 25 posti, con tavolini che guardano al bancone, sia una parte esterna che si sviluppa sulla grande terrazza arricchita con la messa a dimora di diverse piante e di verde; l’area esterna può ospitare oltre 70 persone ed è affacciata sul mare del Golfo di Napoli.
Anthill arriva con una proposta del tutto inedita nel capoluogo partenopeo, tra l’ampio spazio dedicato alla mixology d’autore, una combinazione fra divertimento e originalità, e l’ampia carta delle tapas studiate dallo chef Iannotti e proposte dall’Executive chef di Anthill Antonio Grazioli.
«L’idea secondo me è quella di creare uno spazio che sia lontano dalle solite etichette che possono essere ristorante o cocktail bar. Qui da Anthill si possono sperimentare diverse esperienze poiché si può venire per l’aperitivo, per cenare e nel dopo cena. È un progetto molto più ampio rispetto all’essere semplicemente un Cocktail Bar».
La proposta mixology tratta dalla cultura e letteratura campana
Anthill lavora su prenotazione per poter garantire più organizzazione e cura verso i propri ospiti e, una volta entrati e seduti al tavolo assegnato, viene consegnato il menù dall’aspetto molto particolare.
«Il menu è presentato in una scatola bianca e rosa simile a quella della che contiene la Tachipirina. – ci racconta Anna – Abbiamo scelto questo packaging perché, secondo noi, il bar deve guarirci, risollevarci da una giornata di stress o dalla quotidianità particolarmente intensa, dunque il cliente si affida a noi per rilassarsi e staccare la spina; inoltre per lungo tempo l’alcol ha avuto un ruolo fondamentale in campo medico e alchemico. La scatola rimane all’ospite fungendo anche da biglietto da visita, poiché dietro alla confezione è presente un QR code dove si possono consultare altri progetti dello chef, informazioni e dove si può anche prenotare per le prossime volte. Le nostre proposte sono scritte all’interno del “bugiardino”, mentre la scatola contiene un blister di mentine».
La drink list si divide tra classici, twist e 10 cocktail signature, che sono vere e proprie storie sotto forma di drink e ingredienti misteriosi, ognuna delle quali ha un proprio contenitore che racconta, insieme alle materie prime utilizzate, un personaggio o un aneddoto legati alla cultura e alla letteratura campana.
«I cocktail di questa drink list sono ispirati al Cunto de li cunti, letteralmente il racconto dei racconti, di Giambattista Basile che, nel 1636, crea il primo testo letterario in napoletano. È diviso in “5 giornate”, ovvero in cinque capitoli dove ognuno di questi contiene 10 storie e per ciascuna di queste noi andiamo a creare un drink», afferma la Garuti.
«Sul menu non ho voluto indicare la parte alcolica, perché non viene considerata come ingrediente ma come strumento: per noi i componenti del cocktail sono le note olfattive e gustative che andiamo a ritrovare nel drink. Il cliente ha la scelta di sapere anticipatamente o meno la parte alcolica: non è che non vogliamo comunicarla perché segreta, ma ci piace l’idea di lasciarla scoprire dopo, perché a volte può rappresentare un limite che non permette al cliente di consumare il cocktail. L’importante è che piacciano altri ingredienti, piuttosto che gli spiriti».
I nomi dei signature anticipano la storia che solo al momento della degustazione viene rivelata: dall’Asino ubriaco alla Bestemmia della Fata, dalla Lacrima di cristallo ai 3 Doni fino alla Medicina di Mastro Grillo.
«Alcuni dei nostri drink sono molto scenografici e di intrattenimento – continua Anna Garuti -, noi ci avvaliamo anche della stampa 3D per l’oggettistica del locale e i bicchieri in cui vengono serviti i drink. A parte la stagione, ci sono molti drink che continuano a divertire, come la Bestemmia della Fata che arriva con una fatina e una caramellina piccante, con il drink lavato con il latte di Bufala che va a calmare la piccantezza.
Un altro drink che va per la maggiore è Capuzzelle, un twist sul Tommy’s Margarita, quindi leggermente affumicato perché a base Mezcal e liquirizia, servito dentro una casetta con all’interno le capuzzelle, ovvero gli scheletri. Questo drink è ispirato anche al Cimitero delle Fontanelle di Napoli che assomigliano alle catacombe parigine. Anche l’Asino Ubriaco è molto apprezzato, ma è un drink più invernale perché ha uno stile old-fashioned. Molto bello perché è servito all’interno di una finta botte (è un drink invecchiato in botte) con sopra un asinello a cui devi tirare via la cannuccia per evitare che finisca tutto l’interno».
Anthill, come detto precedentemente, unisce l’esperienza di mixology a quella gastronomica, dando la possibilità di scegliere tra decine di piatti in porzione ridotta in stile tapas spagnole: tortillas di caviale e salmone, tacos di genovese, ma anche O’ muss e gambero rosso, Paella, frittatina alla carbonara, pacchero ripieno al ragù e molte altre.
«Abbiamo scelto di proporre le tapas per promuovere la convivialità della tavola – conclude Anna Garuti – sono piattini che serviamo al centro della tavola. Proponiamo la “giostra”, la quale comprende 5 tapas che sono sempre le stesse e che vengono portate tutte insieme e condivise con tutto il tavolo, e il “trattamento completo”, una successione di tapas scelte dalla cucina seguendo ovviamente allergie, intolleranze ed eventuali richieste degli ospiti.
Questa scelta va a sostituire una vera e propria cena, perché sono 6 tapas ma che vengono servite secondo le tempistiche di un ristorante. Secondo me si avverte particolarmente la forte coesione tra la cucina, pasticceria e il cocktail bar».
Anna Garuti
Classe 1993, Anna Garuti durante i suoi studi alla Ca’ Foscari di Venezia inizia parallelamente a lavorare in un locale veneziano, il Chet Bar, dove inizia la sua formazione in ambito mixology grazie alla squadra di bartender che le inseegnano le prime armi sul campo.
Quattro anni dopo i medesimi gestori del Chet Bar aprono un nuovo spazio con un progetto di mixologia più avanzato e studiato, il Mercante, ma è nel novembre 2021 arriva il colpo di fulmine : l’incontro con Giuseppe Iannotti e il progetto di Cocktail Bar Anthill, dove insieme studiano i 10 cocktail signature per creare una vera e propria esperienza tattile di mixology.
Il suo cocktail preferito è “qualsiasi cosa che contenga Chartreuse”, come il Nuclear Daiquiri, mentre per quanto riguarda il distillato o il rhum agricolo o il mondo dell’agave.