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Gin Tonic Day: i segreti e le ricette di un bartender

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international gin tonic day

Oggi, sabato 19 ottobre, è l’International Gin Tonic Day, la giornata dedicata al cocktail che, più di tutti, ha riscontrato un’ascesa nei consumi degli italiani degli ultimi anni. Per saperne di più su questo fenomeno e su come preparare al meglio questo cocktail, abbiamo intervistato Diego Cesarato, titolare de La Gineria di Santa Maria di Sala (VE).

Negli ultimi quindici anni questo drink ha avuto un exploit importantissimo. Le etichette sono aumentate in maniera esponenziale, grazie a un interesse cresciuto sensibilmente, grazie anche all’aiuto di Instagram, TikTok, e alla sperimentazione, mista a interesse, di giovani produttori, bartender, ma anche del pubblico. Ognuna di queste parti ha cercato qualcosa che potesse differenziarsi dallo standard, e così si spiega il sensazionale aumento di gin. Oltre ai nuovi nomi, sul mercato troviamo anche alcuni produttori storici, che hanno svecchiato il proprio brand, grazie all’ingresso di nuove leve in azienda”.

Il trend arriva dalla Spagna, che, ci racconta Diego, è stata “teatro di sperimentazione, per ciò che riguarda nuovi tipi di infusioni e distillazioni”. Questo non ha portato esclusivamente a un miglioramento del cocktail, certo, ma sicuramente a una maggiore scelta in termini di prodotto. E che ha portato, oggi, a un ampio spettro di sapori: dal fruttato al dolce passando per l’amaro e lo speziato.international gin tonic day

A La Gineria, ci sono 1220 gin. “Siamo arrivati a una selezione molto importante di gin. Oggi, se devo inserire qualcosa in bottigliera, cerco qualcosa di esclusivo e di qualità”, parametro che si riesce a definire in particolare secondo un criterio. “Se sull’etichetta leggo London Dry so che è sinonimo di qualità, perché si tratta dell’unico gin con un disciplinare specifico di produzione”.

Per preparare un buon gin tonic, in primis, bisogna scegliere il bicchiere giusto, secondo Diego il Cortina Cooler: un highball lungo, da riempire con ghiaccio, anche in questo caso di qualità. Oltre al gin e alla tonica, “ci può essere spazio solo per un peel di limone o pompelmo, che possa aiutare a sprigionare l’aromaticità del distillato. Niente di più, altrimenti non si sente più il gin”.

E la tonica? Nella bottigliera di Diego ce ne sono circa, 30, tutte Indian Tonic, ovvero acque toniche preparate con acqua, zucchero e chinino, senza particolari aromatizzazioni. Il motivo? “Anche in questo caso, come nella scelta della garnish, è importante non coprire il profilo aromatico del gin”.

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Gin tonic secco

  • 4,5 cl Gin Portobello Road N° 171 London Dry: prodotto in Inghilterra, con scorza di limone e d’arancia, corteccia di cassia, noce moscata, radice di angelica, di giaggiolo e di liquirizia, semi di coriandolo
  • 11 cl Thomas Henry Tonic Water: prodotta in Germania, con un elevato contenuto di chinino e un leggero aroma agrumato

Gin tonic agrumato

  • 4,5 cl Wint & Lila London Dry Gin: prodotto in Spagna, con fiore d’arancio, scorze di limone e lime, menta
  • 11 cl Acqua Brillante: prodotta in Italia, con un gusto amarognolo e dissetante

Gin tonic speziato

  • 4,5 cl Gin PiùCinque: prodotto a Vicenza, con bergamotto, arancio amaro, curcuma zedoaria, salvia angelica, iris, zenzero, mandorla e artemisia
  • 11 cl Premium Tonic Water Goldberg: prodotta in Germania, con note citriche e un aroma agrumato

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Il Gin Tonic preferito di Diego Cesarato?

La variante agrumata, con Wint & Lila e Acqua Brillante, e quella con Bulldog Gin e Thomas Henry Tonic Water. Si tratta in questo caso di un London Dry gin di provenienza inglese, realizzato con dodici diverse botaniche: limone, lavanda, angelica, papavero bianco, occhi del drago, foglie di loto, mandorle, coriandolo, ginepro, iris, cassia e liquirizia.

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Alessio D'Aguanno

Alessio D’Aguanno è il copywriter. Intervista bartender e racconta il lavoro che questi ultimi fanno nei cocktail bar italiani e di tutto il mondo, sia nel blog che nella guida cartacea.