fbpx
Molinari
Fifty pounds gin
Nh hotel group

House Of Ronin: la Tokyo da bere e da mangiare a Milano

House of Ronin è un locale ricco di sfaccettature in Via Alfieri 17, che trasporta l’ospite in Giappone e nella sua capitale, Tokyo. Una Tokyo surreale, vista dagli occhi di Salva tu Alma e dal loro gruppo d’azione che l’ha assorbita e fatta propria con una ricerca e uno studio ai massimi livelli, regalando un progetto ambizioso e senza pari alla città di Milano, all’Italia e all’Europa.

Il sogno lucido di una Tokyo battuta da una pioggia di luci al neon, onirica e seducente, ovattata da un’atmosfera retro futurist, dove futuro e passato convivo in un presente tutto da svelare. Lo si potrebbe iniziare a descrivere così House of Ronin, l’ambizioso, visionario progetto del gruppo imprenditoriale Salva Tu Alma, capitanato da Guillaume Desforges e i fratelli Jacopo e Leonardo Signani, già conosciuti per i ristoranti Pacifico. Frutto di un percorso di studio e ricerca durato cinque anni, House of Ronin – che a definirlo un ristorante giapponese sarebbe riduttivo, tante e sfaccettate sono le anime che lo caratterizzano – nasce dalla passione di un occidentale che guarda con grande ammirazione l’Asia, incarnandone l’essenza in un vero e proprio tributo.

Il progetto House Of Ronin

Il cuore del progetto pulsa in un palazzo neo-liberty nell’eclettico quartiere Chinatown di Milano. La location è costituita da quattro livelli, un piano sequenza verticale che attraversa diverse ambientazioni, in cui l’elemento centrale della scalinata rappresenta il fulcro della macchina da presa: si viene catapultati in una Tokyo post moderna, vista dagli occhi di Salva Tu Alma e dal loro gruppo di azione, dove la cultura giapponese e quella italiana procedono in sincrono. Tutto il progetto di architettura (restauro conservativo del palazzo) ed interni è stato realizzato dalla Design Unit di Salva Tu Alma (www.salvatualma.com) insieme allo Studio SC+ (Architetti Simone Colombo e Michela dell’Orto). Il terzo piano è stato curato dalla designer Marsica Fossati. Ogni elemento è stato studiato per essere funzionale a trasportare il cliente in uno squarcio di Giappone a cavallo tra gli anni ’70 e ’90, varco temporale in cui l’estetica minimalistica nipponica si andava arricchendo di spunti modernisti, di colori e composizioni europee ed americane. Tutti gli arredi, i complementi, i tessuti, gli accessori sono custom made. Nessun elemento di arredo all’interno dello stabile è presente su un catalogo industriale.

Il Locale

Ogni piano del locale incorpora a sé una sotto-trama, pensata appositamente per offrire al cliente un’esperienza unica e peculiare. Al piano terra si trova l’Izakaya del Piccolo Ronin: qui è possibile assaporare piccole specialità della cultura gastronomica giapponese rivisitata in chiave Ronin, come i Bao, lo Yakitori e il Gunkan, accompagnate da una variegata offerta di drink, twist on classic d’ispirazione giapponese. Il tutto mentre ci si lascia avvolgere dal sottofondo musicale proveniente dal Listening Bar.

Salendo al primo piano, l’ospite viene accolto nel ristorante Robatayaki di Ronin. Qui lo chef Gigi Nastri offre ai suoi ospiti una cucina gourmet dai tratti osmotici: presenta dei punti di contatto col Giappone, ma conserva il raffinato mix di elementi culturali e antropologici propri del progetto Ronin. Un piatto simbolo della proposta culinaria del ristorante è il risotto, autentica tradizione milanese, fatto con l’anguilla cotta prima alla robata (tecnica di cottura giapponese alla griglia, che dà il nome al ristorante) e poi laccata con una riduzione di mandarino. Oppure il cavolfiore grigliato al miso con mizuna, sake e sesamo. La peculiarità del Robata è il protagonismo della griglia, dove lo chef, a colpi di shabu shabu, comunica con le mani, con il fuoco e con la materia cruda in un fiammante cooking show. Gli arredi tendono al rigore compositivo, geometrie pulite, superfici nette e piane che rimandano al modernismo giapponese degli anni ’60 mixato con scelte cromatiche forti, come il rosso del fuoco ad enfatizzare la centralità della griglia.

Al secondo piano, su 200mq si estende il Madame Cheng’s. Qui gli ospiti possono intrattenersi e dimenticare se stessi, per una sera, in una delle 4 stanze karaoke presenti, fittabili a ore, ognuna dedicata a un tema diverso. In tutte le sale è possibile ordinare le Bento Box studiare dallo chef Gigi Nastri e il meglio di late night drinks e finest mixology al cocktail & sake bar, curato dal bar manager Riccardo Speranza. Per chi cerca un’esperienza premium, il bar del Madame Cheng’s è sicuramente il posto giusto per bere un cocktail di finissima qualità, realizzato utilizzando solo prodotti asiatici e giapponesi. Sullo stesso piano, l’altra faccia dell’ultra tradizionalismo Giapponese, l’Omakase, ristorante che mantiene gli arredi tipici della cultura giapponese, con venti coperti a sera. Partirà nella seconda fase del progetto, e si potrà godere dell’esperienza di fine dining premium offerta da un Mastro sushi giapponese.

Infine, il percorso volge al termine con l’ultimo piano, l’Arcade, un grande ambiente intimo e privato – composto da una “scatola” dalle geometrie orientali all’interno della quale campeggiano arredi vintage dal gusto classico vagamente inglese – che rappresenta una interruzione della narrazione sincopata degli altri piani, una ambasciata all’interno di Ronin, uno spazio sicuro in cui rifiatare. L’accesso a questo piano è attualmente riservato a ottantotto persone chiamate folli, su ispirazione degli ottantotto guerrieri dell’esercito di Kill Bill. Ognuna di loro potrà estenderne l’accesso ad altre, con un ruolo rilevante nei settori più disparati: dall’architettura, al design, alla musica. Ma ci si potrà anche candidare. L’importante è apportare un valore aggiunto. L’Arcade sarà una sorta di fucina creativa dove verranno organizzati anche degli eventi. In questo piano sarà presente un bar premium, curato sempre da Riccardo Speranza.

Oltre alla maestosità del progetto, salta agli occhi anche la comunicazione integrata che viene realizzata a supporto, e che rispecchia in maniera originale e trasversale la filosofia e l’immaginario di House of Ronin.

“Crediamo che dopo la pandemia, il linguaggio audiovisivo e comunicativo debba evolversi e mutare, pertanto la nostra non è più una comunicazione urlata e sensazionalistica, ma si traduce in una forma espressiva elegante, unica e fortemente riconoscibile a livello di contenuti che raccontano l’identità del progetto. Le nostre parole chiave sono studio e ricerca. La comunicazione che portiamo avanti non vuole svelare Ronin, ma punta ad offrire agli utenti pillole culturali sui diversi topic del progetto. Rivolgiamo lo sguardo al passato e al futuro, ma siamo ben radicati nel presente: ne consegue un mix comunicativo ibrido e ricco di spunti culturali. All’esterno deve trasparire che il progetto è curato in tutti i dettagli, dall’architettura al design, fino all’offerta di food & beverage. Sfruttiamo tutti gli strumenti della comunicazione: dal digital al cartaceo, non lasciamo niente al caso. Per il Listening Bar, per esempio, ogni mese verrà scelto un illustratore che si occuperà delle grafiche degli eventi, ed è stato realizzato un fumetto firmato con Space Delicious (https://spacedelicious.com) che strizza l’occhio al mondo dei manga e rappresenta un ulteriore canale comunicativo con cui raccontare il progetto”, ci racconta Alberto Bloise di Cultivar Agency (www.cultivaragency.it), l’agenzia creativa che si occupa della comunicazione digitale e dell’ufficio stampa di Ronin, e che si affianca alla unit interna di Salva Tu Alma.

Music Entertainment, Interior Design, Food and Spirits, Japan Culture, Art, Fashion, Movies: tutto questo è Ronin.

Contatti

Indirizzo: Via Alfieri 17

Telefono: +39 0289367101

Redazione MT Magazine

Redazione MT Magazine

MT Magazine è una finestra sempre aggiornata sul mondo della miscelazione italiana e internazionale. Nata nel 2017, da un’idea di Laura Carello, il progetto ambiva a creare una guida circoscritta ai cocktail bar di Torino e Milano, in pochi anni poi si è ingrandita al punto tale da diventare un vero e proprio magazine di riferimento per il settore della mixology e gli appassionati di cocktail.

Altri Post di Mt Magazine