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Jeffer: la drink list che omaggia la storia di Pisa

By Valentina Dirindin

Non poteva mancare la torre pendente, in un omaggio alle meraviglie del territorio pisano: infatti, nella drink list d’autore del Jeffer, giovane locale sulle rive dell’Arno, nel cuore di Pisa, la torre è assoluta protagonista.

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Foto di Mike Tamasco

Al punto da essere il contenitore stesso del menu: si ruota la cima e pian piano, uno dopo l’altro, escono fuori i nomi e gli ingredienti degli otto cocktail inventati da Fausto, Riccardo e Giacomo, i tre soci e barman di questo locale aperto in pieno periodo Covid e ora lanciatosi come uno dei migliori del territorio.

Un bar colorato, moderno, di design. Un bancone sorridente, che si affaccia su grandi specchi rotondi su cui si riflettono complementi d’arredo un po’ retro. E una proposta che è cresciuta nel tempo, facendosi via via più sofisticata.

Jeffer e i loro cocktail “easy to drink”

Il nostro concept, dall’inizio, è prettamente “easy to make easy to drink”, vogliamo realizzare cocktail che possano essere capiti facilmente dal pubblico”, spiega Fausto. “In fondo, Pisa è una città studentesca, e per noi non è stato facile entrare in un mercato del genere con una proposta nuova, diversa dal solito“.

Alla fine però, passo dopo passo, i tre sono riusciti a costruire un piccolo compendio del bere bene, con creazioni originali, sensate, divertenti, che resteranno sicuramente a lungo come loro signature.

I cocktail della nuova drink list, presentata inusualmente nella domenica di Pasqua, sono un invito alla scoperta delle eccellenze pisane: non a caso, il menu che si nasconde all’interno della piccola torre di Pisa a disposizione dei clienti, si chiama “uncover”: “Vogliamo aiutare Pisa a crescere, a raccontarsi, a svelarsi, e i nostri clienti a conoscerla“. Così, al Jeffer i tre barman si sono arrovellati per prendere spunto dalla storia del territorio, in maniera talvolta giocosa e a volte più seria e impegnata. Il risultato è, effettivamente, molto convincente.

 

Jeffer
Foto di Mike Tamasco

Uncover: la drink list del Jeffer

Ne nascono otto drink nuovi, a partire da “Better Day“, dedicato al Parco San Rossore, con la sua rigolgiosa vegetazione, tra cui primeggia l’hibiscus rosa. “Abbiamo creato una soda all’hibiscus, che è stata la base di un drink rinfrescante, fresco e beverino, in cui un sorso tira l’altro“, raccontano dal Jeffer.

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Foto di Mike Tamasco

 

C’è poi l’omaggio a Galileo Galilei, che è un gioco fatto con una lente di ingrandimento (a richiamare il suo cannocchiale): il drink – un twist sull’Old Fashioned con Mescal al peperone rosso – appoggia su un sottobicchiere, il cui messaggio – che cambia di volta in volta – si può leggere con l’ausilio di una lente d’ingrandimento. Il gioco è alla base anche del Bruce Banner (il vero nome di Hulk), che omaggia il CNR, il Centro nazionale di Ricerca, e i suoi studi sulle microalghe per utilizzo alimentare, per un futuro più verde e più sostenibile: da questa ispirazione nasce un drink a base gin, con basilico con una punta di acqua fava e on top uno sherry spirulino.

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Foto di Mike Tamasco

Che l’ispirazione sia quella di tre ragazzi intorno ai trentacinque anni si intuisce da alcuni riferimenti culturali pop degli anni Ottanta e Novanta: come in Fra Tuc, il drink che si chiama come il frate di Robin Hood e che riprende gli amari certosini ricordando che a Pisa c’è la Certosa di Calci, un ex monastero certosino oggi trasformato in Museo di storia naturale.

Oppure il drink senza nome, identificato con l’emoji che fa il gesto tipicamente italiano che sta per “cosa vuoi“: l’omaggio qui è a “Tuttomondo”, murales di Keith Haring a Pisa, e l’idea è quella di unire New York all’Italia prendendo un cocktail Martini, classico newyorkese e aggiungendogli un dry wine al soffritto, elemento italianissimo. Ancora, il Kung Fu Pandan celebra la Luminara, l’evento che indica l’arrivo dell’estate a Pisa, in cui la città e i lungarni sono illuminati da centianai di lumini. Un drink estivo, con ananas e zenzero e un sottobicchiere che si illumina, in modo che sembra che nel bicchiere ci siano i fuochi d’artificio.

Jeffer
Foto di Mike Tamasco

Poi, un drink più serio, il “Più che mezzo”, dedicato a quando Pisa era una fiorente Repubblica Marinara, con l’idea di prendere il meglio del Mediterraneo: un twist sul Daiquiri con limoni della Costiera Amalfitana, cognac francese e un mix spezie del Nord Africa. E infine un drink molto tecnico, il Midnight Cheescake, che richiama i colori classici del “gioco del ponte”, una tradizione annuale pisana in cui alcune squadre competono spingendo un carro: il rosso è dato da un cordiale al lampone, il blu dalla spuma di Philadelphia on top, ai quai viene aggiunta una  vodka infusa alle Digestive, i biscotti che si usano per fare la base della cheesecake.

Foto di Mike Tamasco

C’eravamo stancati di sentire dire che a Pisa c’era solo la torre”, raccontano i tre barman del Jeffer. “In realtà c’è molto di più e noi vogliamo investire sul nostro territorio, ci crediamo molto”. E si vede, in effetti.

 

 

 

Valentina Dirindin

Valentina Dirindin

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