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La mixology ecosostenibile è realtà: la rivoluzione parte dai bartender

[:it]Possiamo continuare a deridere tutte le Greta Thunberg del mondo, di ogni nazionalità, estrazione sociale ed età, ma quella della plastica è un’emergenza che solo chi è in malafede può negare, per interessi o volontaria cecità.

“L’ignoranza – come dice la scrittrice nippo-americana Ruth Ozeki, – è un atto di volontà” in questi anni in cui il villaggio globale mette a disposizione pressoché di tutti le informazioni che occorrono a leggere il mondo, anche se spesso lo fa in maniera distorta, ma questa è un’altra storia.

Quello che non si può distorcere sono i fatti, uno dei più spaventosi dei quali è noto come Pacific Trash Vortex, l’Isola di Plastica dell’Oceano Pacifico, una superficie di 10 km² di rifiuti galleggianti formatasi a partire dagli anni ’80 dello scorso secolo e in costante espansione.

Ora è lecito domandarsi: possono le scelte del singolo influenzare il mercato globale? No di certo, è inutile illudersi che i consumatori possano influenzare il mercato e questo è noto agli addetti ai lavori fin dagli albori del marketing. La necessità viene creata e da questa creazione si genera il consumo. Finché il mercato non cambierà rotta, l’Isola di Plastica continuerà a crescere, ma questo non può generare uno sgravio di responsabilità da parte del singolo e per fortuna, per lo meno nel settore del bartending, l’inversione di tendenza è più che mai evidente, in particolar modo negli ultimi anni.

Non solo il consumo di prodotti biologici è in netta crescita rispetto al passato, ma l’approccio alla plastica sta virando velocemente verso un abbandono di tutti i prodotti monouso (cannucce e bicchieri su tutti), senza dimenticare la sempre crescente attenzione alla sostenibilità e al riutilizzo.

Sono tantissimi i cocktail bar che, spesso grazie a sodalizi con la cucina, concentrano la ricerca sulla lotta allo spreco, nel tentativo di creare il minor scarto possibile nella lavorazione della materia prima. Questa tendenza, lungi dall’essere punitiva, apre le porte a nuove possibilità: disidratazioni, spremiture, centrifughe sono solo alcune delle trasformazioni che possono interessare i prodotti utili alla miscelazione, cosa che non solo combatte lo spreco ma dà vita a nuove ricette, ampliando di molto le possibilità dei bartender e premiando i più fantasiosi.

In tutta Italia, la lotta allo spreco e al monouso è attualmente una tendenza virtuosa che sicuramente sta attirando l’attenzione su un problema globale troppo a lungo ignorato.

Abbiamo aperto dicendo che i consumatori non possono influenzare il mercato e, pur continuando a essere persuasi della bontà di questa affermazione, consideriamo altresì che anche una goccia d’acqua può cambiare il volume del mare e che restare a guardare nella speranza che le cose cambino da sole è un lusso che non possiamo più permetterci.

Un segnale forte è arrivato nel mese di luglio da Torino, dove grazie a To Be e MT Magazine è andato in scena il primo Tiki Contest d’Italia ecosostenibile. Conditio sine qua non per l’ammissione al concorso è stato l’obbligo, per i bartender in gara, di non produrre scarti alimentari e di non utilizzare materiali monouso come cannucce e bicchieri di plastica, oltre che naturalmente realizzare esclusivamente Tiki cocktail in omaggio all’arte della miscelazione polinesiana.

Il contest si è svolto non a caso sulla Terrazza della Nuvola Lavazza, azienda che nel 2017 ha aderito al Global Compact l’iniziativa delle Nazioni Unite che ha l’obiettivo di allineare la comunità internazionale e il mondo del business nell’affrontare le sfide della globalizzazione. Con l’ingresso nel Global Compact, Lavazza è entrata a fare parte di un network di oltre 9.000 attori, del settore privato e non, provenienti da oltre 135 Paesi impegnati nella promozione e implementazione di dieci principi etici suddivisi nelle categorie: “rispetto dei diritti umani”, “rispetto dell’ambiente”, “lotta alla corruzione”.

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Redazione MT Magazine

Redazione MT Magazine

MT Magazine è una finestra sempre aggiornata sul mondo della miscelazione italiana e internazionale. Nata nel 2017, da un’idea di Laura Carello, il progetto ambiva a creare una guida circoscritta ai cocktail bar di Torino e Milano, in pochi anni poi si è ingrandita al punto tale da diventare un vero e proprio magazine di riferimento per il settore della mixology e gli appassionati di cocktail.

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