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Mojito, tutto quello che c’è da sapere sul protagonista indiscusso dell’estate

[:it]di ANNA TAMBURRINO

Nel mondo della miscelazione ci sono poche certezze. Una di queste è che il protagonista dell’estate è sempre lui, il Mojito. Che sia per via del gusto fresco e dissetante o per le sue origini “esotiche”, non esiste bar cittadino o chiringuito sulla spiaggia che, con l’arrivo della bella stagione, non inizi a servire quantità esorbitanti del cocktail d’origine sudamericana che da anni, anzi secoli, delizia e rinfresca generazioni di bevitori durante le torride serate estive.

In estate, infatti, i locali vengono presi letteralmente di mira, soprattutto per aperitivi e after dinner, e il cocktail più gettonato, ordinato da decine e decine di persone ogni giorno, risulta essere sempre il Mojito. Ora che l’estate è finalmente arrivata, ci sembra il momento migliore per raccontarvi la storia che si cela dietro a questo drink.

L’origine del Mojito rimane piuttosto controversa. Una prima versione della storia narra che un cocktail simile fu inventato da un pirata della flotta di Francis Drake (qualcuno dice dallo stesso Drake) nel XVI secolo. Egli, dopo aver circumnavigato il mondo, approdò a L’Avana e con aguardiente (letteralmente “acqua ardente”, un distillato di bassa qualità precursore del rum che conosciamo oggi), lime, acqua, zucchero raffinato bianco di canna e una specie di menta locale che cresceva solamente sull’isola caraibica ed era facilmente reperibile, la Hierba Buena, miscelò l’antenato del primo Mojito della storia che battezzò come El Draque o Draquecito.

Questo cocktail faceva di necessità virtù. L’utilizzo del lime era merito proprio dei corsari, i quali combattevano lo scorbuto e la mancanza di vitamina C facendo un uso smodato dell’agrume tanto caro al mondo della miscelazione, la Hierba Buena, molto più gentile della menta selvatica, si trovava senza problemi ai Caraibi ed era un antinfiammatorio naturale che aiutava nella digestione, oltre a conferire un po’ di profumo aromatico alle stive maleodoranti delle navi. L’aguardiente invece, oltre a essere bevuto volentieri dagli uomini in mare, all’occorrenza faceva anche da disinfettante.

Nei secoli successivi il Draquecito subì delle piccole modifiche, dettate dal passaggio dalla grossolana aguardiente al Rum.

Un’altra versione della storia di questo cocktail è legata agli schiavi dei Caraibi e collocata sul finire del Settecento, quando la canna da zucchero veniva fatta fermentare per realizzare una sorta di nettare e poi mescolata con l’aguardiente. Il risultato era il mojo, in genere noto come salsa per marinare a base di succo di limone e aglio, che però non veniva degustato come bevanda di piacere ma era usato dai cosiddetti “curanderos” (guaritori) nei loro rituali di guarigione.

Alcuni pensano, inoltre, che l’etimologia della parola “Mojito” suggerisca un legame con il termine spagnolo “mojadito” che significa “umido”; altri, infine, avanzano l’ipotesi, considerata comunque la meno attendibile, secondo cui il legame sia invece con il termine vudù “mojo”, ovvero “incantesimo”.
Anche sulla versione moderna del Mojito non esiste certezza assoluta su chi lo abbia proposto per primo, ma i nomi solitamente più pronunciati sono quelli dei barman della Bodeguita del Medio, locale de L’Avana. Il cocktail divenne poi popolare nella metà del 1800 soprattutto grazie alla società Bacardi, che fece dell’alcolico la propria forza commerciale raggiungendo il suo apice di popolarità nel ventesimo secolo.

Ora che conosciamo la sua storia, in molti si chiederanno quale sia il segreto per prepararne uno perfetto.
La ricetta è piuttosto semplice e prevede l’utilizzo di:

4 Cl di rum bianco cubano

3 Cl di succo di lime

7 foglioline di hierba buena o menta

2 cucchiai di zucchero di canna bianco raffinato

ghiaccio

Soda

Il procedimento è altrettanto facile: in un tumbler alto mettete due cucchiaini di zucchero di canna bianco e il succo di lime. Mescolate con cura, aggiungete la menta e pressatela delicatamente (accarezzatela) con il pestello. Aggiungete il rum e completate con una spruzzata di acqua di seltz. Guarnite con un rametto di menta e una fetta di lime. Servite con una cannuccia.

Secondo la ricetta originale cubana del “Mojito criollo”, che significa locale, aggiungete anche un tocco di Angostura

Tra le numerose varianti del Mojito possiamo citare il Mojitaly, molto simile all’originale ma con un amaro Fernet alla menta al posto del Rum, il Mojito alla liquirizia, Il Basito, che sostituisce la menta con il basilico,  e il Mojito alla maracuja.

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Redazione MT Magazine

Redazione MT Magazine

MT Magazine è una finestra sempre aggiornata sul mondo della miscelazione italiana e internazionale. Nata nel 2017, da un’idea di Laura Carello, il progetto ambiva a creare una guida circoscritta ai cocktail bar di Torino e Milano, in pochi anni poi si è ingrandita al punto tale da diventare un vero e proprio magazine di riferimento per il settore della mixology e gli appassionati di cocktail.

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