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Oggi è il Vermouth Day: ne parliamo con Francesca Bava, Direttrice Marketing di Cocchi

Vermouth Day Francesca Bava

Oggi è il Vermouth Day: con Francesca Bava, Direttrice Marketing di Cocchi, abbiamo parlato della storia e della rinascita del Vermouth nel mondo (qui il posizionamento di Cocchi nella classifica dei brand di tendenza e più venduti nei migliori 100 cocktail bar al mondo).

Francesca, la tua famiglia è tra le più importanti protagoniste del Vermouth a livello italiano e internazionale. Cosa significa per te questo prodotto speciale?

Sento parlare di Vermouth da quando sono nata, ma fino a qualche anno fa l’ho sempre considerato come un prodotto che faceva sì parte della nostra storia, ma che non aveva di per sé un’importanza maggiore rispetto agli altri. La mia famiglia produce molte tipologie diverse di vini aromatizzati, e tante di queste – per esempio il Barolo Chinato – avevano molto più successo del Vermouth, nonostante questo fosse uno dei nostri prodotti di punta fin dal 1970.

Poi cos’è successo?

La mia famiglia, così come molti altri produttori, si è sempre spesa molto per la promozione del Vermouth. Ricordo che, prima del 2010, eravamo sempre noi a proporlo e quasi mai i clienti a richiederlo. Questo nonostante si trattasse di un prodotto storico, realizzato con ricetta originale e materie prime eccellenti. Poi, qualcosa è cambiato. Intorno al 2010, l’interesse intorno al Vermouth si è fatto più forte, e penso che un po’ sia anche merito della mia famiglia, che in questo prodotto crede ormai da più di 130 anni.

Cosa avete fatto per favorire questo cambiamento?

Oltre a non smettere mai di portare in giro per il mondo il nostro Vermouth, abbiamo deciso di rifargli il look: gli abbiamo regalato un’etichetta più importante e contemporanea e gli abbiamo cambiato il nome in Storico Vermouth di Torino, perché fosse ben chiara ai consumatori la storicità del prodotto, realizzato ancora con la ricetta originale. Gli abbiamo dato la priorità e abbiamo ottenuto un ottimo riscontro: incredibilmente, non eravamo più noi a doverlo proporre, ma erano i clienti che lo richiedevano. Per questo mi piace pensare al 2010 un po’ come all’anno zero del Vermouth, l’inizio del suo “Rinascimento”.

Cosa vuol dire Vermouth di Torino?

Fino al 2017, questa dicitura aveva un valore essenzialmente storico, perché non esisteva il disciplinare né un Consorzio che se ne prendesse cura. Noi, come tanti altri, abbiamo sempre utilizzato la dicitura Vermouth di Torino, perché era un modo per omaggiare la grande tradizione del nostro territorio. Il nostro Vermouth è sempre stato realizzato con vini italiani, artemisia piemontese e con le altre erbe della ricetta originale, ma ognuno potava interpretarlo come voleva, in assenza di un disciplinare. Nel 2017, dopo quasi 15 anni di lavori, è nato l’Istituto del Vermouth, un’associazione di produttori che ha stabilito finalmente il disciplinare

Cos’è cambiato a quel punto?

Da quel momento, Vermouth di Torino poteva significare una cosa sola. C’era un disciplinare da proteggere, quindi nel 2019 l’Istituto è diventato il Consorzio del Vermouth, un’associazione che ha lo scopo di riunire i produttori e tutelare i consumatori. Il Vermouth di Torino deve essere realizzato con una ricetta specifica e rispettando rigidi standard qualitativi, senza ovviamente che questo significhi appiattimento, perché ogni prodotto ha la sua unicità e ogni produttore il suo modo di lavorare. L’avventura, comunque, è appena iniziata: c’è ancora tantissimo da fare affinché il Vermouth di Torino ottenga il successo che merita.

Il Vermouth Day può essere una bella occasione?

Certamente. Avere una giornata interamente dedicata al Vermouth è molto importante, ma va anche detto che per noi e per tutti gli altri produttori è ogni giorno il Vermouth Day! I risultati degli ultimi anni sono stati entusiasmanti e non vediamo l’ora di tagliare nuovi traguardi e brindare, ovviamente, con un bel bicchiere di Vermouth di Torino!

Redazione MT Magazine

Redazione MT Magazine

MT Magazine è una finestra sempre aggiornata sul mondo della miscelazione italiana e internazionale. Nata nel 2017, da un’idea di Laura Carello, il progetto ambiva a creare una guida circoscritta ai cocktail bar di Torino e Milano, in pochi anni poi si è ingrandita al punto tale da diventare un vero e proprio magazine di riferimento per il settore della mixology e gli appassionati di cocktail.

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