Il 13 luglio di ogni anno è il World Rum Day, la giornata internazionale dedicata a uno dei distillati più importanti a livello mondiale, il Rum. Per l’occasione, abbiamo fatto due chiacchiere con un profondo conoscitore del tema, Leonardo Pinto, direttore di ShowRUM – festival dedicato al Rum giunto quest’anno alla decima edizione – e titolare di ISLA DE RUM, network digitale a 360° sul tema.
World Rum Day: che cos’è, i suoi stili e come va bevuto
«Che cos’è il Rum?»
«Il Rum è un distillato di canna da zucchero. Per ottenerlo si parte dall’estrazione di succo di canna da zucchero fresco, oppure da melassa o sciroppo ottenuti dal succo. Una volta ricavata la materia prima di partenza, succo, melassa o sciroppo, si procede prima alla fermentazione e poi alla distillazione.
Fra i Rum ottenuti da succo vi sono i cosiddetti Rum agricole. Questa categoria di Rum si distingue al palato per il gusto intenso, spigoloso e per le componenti aromatiche vegetali. I Rum ottenuti da melassa sono invece anche chiamati tradizionali e si riconoscono per un profilo più delicato. A livello legislativo, in Europa, si può già definire Rum il liquido che otteniamo dalla distillazione.
Secondo altri regolamenti, come quello cubano o venezuelano, lo stesso prodotto non invecchiato si chiama aguardiente de caña, mentre il Rum è l’aguardiente invecchiato in barili di legno per un minimo di anni variabili in funzione del regolamento»
«Qual è l’elemento più importante in un Rum?»
«Il primo è la canna da zucchero, perché stiamo parlando di un distillato aromatico, così come la materia prima di partenza. Per fare un parallelo, è come parlare di vino e uva. Il risultato finale è strettamente connesso alla varietà del frutto. Nel caso della canna da zucchero, esistono oltre 600 specie, che si rinnovano continuamente a differenza delle viti. Il motivo è semplice: in vigna si raccoglie solo il frutto della pianta, qui a essere raccolte sono proprio le piante»
«Che ruolo hanno invece distillazione e invecchiamento?»
«Oltre che sul grado alcolico del prodotto, la distillazione impatta anche sulla parte aromatica. Se nei Rum giamaicani si tendono a non eliminare le imperfezioni, nei portoricani e cubani si ricerca sempre la finezza e l’eleganza nel risultato finale.
Sebbene sia nato per caso, dal trasporto del Rum dai Caraibi in Europa, l’invecchiamento è oggi una fase fondamentale nella produzione di Rum. In questo processo si evolve la gamma aromatica del Rum bianco, di partenza. La scelta della tipologia di legno, degli anni di invecchiamento e della zona in cui effettuarlo è importantissima.
A differenza degli altri distillati, qui si possono utilizzare infinite tipologie di legno; per fare un esempio, solo in Brasile se ne usano 27 per la cachaça. Alcuni di questi legni danno un’identificazione territoriale chiara e conferiscono delle note terziarie a cui non sempre siamo abituati»
«Spesso si sente parlare di stili di Rum»
Stili è un termine molto abusato nel mondo del Rum. Mentre nel whisky si parla di stili regionali all’interno di uno stesso stato, nel mondo del Rum si vuole fare l’opposto: raggruppare le produzioni di diversi Paesi sotto lo stesso stile. È un concetto sbagliato già in partenza. Per fare un esempio, nel Brasile si produce la cachaça, che non è uguale da nord a sud. Sarebbe più corretto fare come nel mondo del whisky.
«Quale consiglio daresti a una persona che si affaccia oggi al mondo del Rum?»
Gli direi di esplorare. Se assaggia un Rum, così come un whisky, che non piace, non bisogna fare di tutta l’erba un fascio. Bisogna leggere l’etichetta e individuare l’origine del prodotto. Probabilmente, sarà l’origine a non incontrare i propri gusti. Assaggiare un’altra origine e provare per credere.
«Come va bevuto il Rum?»
«Il bicchiere del cognac, il balloon, è ideale per qualsiasi distillato, così come per il Rum. Persino un bicchiere da vino potrebbe essere adatto per bere Rum. L’aspetto necessario nella bevuta del Rum è che il bicchiere riesca ad amplificare la parte aromatica del prodotto, invecchiato o no».
«Ci sono dei nuovi Paesi produttori di Rum?»
«Non nel senso stretto. Non ci sono stati che oggi si sono affacciati alla produzione di Rum. Ci sono però Paesi, come le Mauritius, la Thailandia, il Vietnam o la stessa Italia (Sicilia e Calabria) in cui si è recuperata la produzione di Rum. Essendoci tanta richiesta, sta aumentando l’offerta»