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A spasso per l’Italia, fra le festività natalizie con… il Conte Camillo Negroni.

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negroni

Alcuni cocktail, negli anni, hanno abbandonato le accoglienti mura del bar per trasformarsi in qualcosa di più aulico; al punto da diventare simboli grazie al cinema; la musica e le festività. 

Gli esempi abbondano, dal Martini “Shaken, not stirred” di natura Bondiana, al più dolce e cremoso White Russian di proprietà “intellettuale” del Drugo ne “Il grande Lebowski”. Ma questo profondo buco nero che collega il Natale alla fine dell’anno? Una festa lunga, che per molti parte il 23 dicembre e finisce il 2 gennaio. 

A lungo ho provato a dare un gusto a questo periodo fatto di calore e di colori, di luci che danzano nelle strade e si mischiano al profumo di spezie e agrumi nell’aria. Il vero problema di questa ricerca è però intrinseco.  Chi come me è emigrato per inseguire i suoi sogni saprà benissimo che ogni angolo dello stivale ha le sue tradizioni, i suoi sapori e i suoi rituali. Io però cercavo un file rouge che potesse collegarci tutti, indistintamente da nord a sud… e proprio nel rosso ho trovato la risposta, da sempre sotto i miei occhi. 

negroni

È il Negroni. Il cocktail perfetto per questa ricorrenza  è il Negroni. È – quasi sempre- di un colore rosso rubino intenso, il suo gusto è avvolgente come un caldo abbraccio familiare, unisce nello stesso momento tre caratteri forti e diversi come il bitter, la dolcezza del Vermouth e decisione del gin – proprio come le mamme che provano a non rovinare il rito conviviale del “pranzo del 25”. È caldo e ti riscalda il cuore come solo le feste sanno fare e ultimo, ma non per importanza, al terzo credi che Babbo Natale esista. – ndr, questo ironico spaccato non è un incitamento all’abuso di alcool, anzi bisogna sempre bere responsabilmente. Anche se: “lucido sì o lucido no io la patente te la tolgo lo stesso e tu non la rivedi fino a 3 anni” cit- 

La storia di come il Conte Camillo Negroni ha inventato – o forse scoperto- l’omonimo cocktail l’abbiamo raccontata qualche tempo fa; in occasione dell’anniversario di Giacosa 1815. Per incarnare al meglio però le tante sfaccettature del belpaese non potevamo fermarci alla ricetta classica; sarebbe stato come parlare del panettone dimenticandosi del pandoro. 

Ecco quindi i twist del più classico dei cocktail di Natale raccolti in giro per l’Italia. 

Atrium Bar– Four Seasons Hotel Firenze. 

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Impossibile non partire dalla città che ha dato origine a questo cocktail leggendario. La prima versione è quella proposta da Edoardo Felsini, bar manager dell’Atrium Bar del Four Seasons di Firenze. Questo hotel ha da sempre un approccio totalizzante nei confronti del Natale con importanti decorazioni, pranzi, cene e brunch. 

Il Vintage Negroni è il distillato che racchiude il vero spirito di Atrium Bar. È il risultato dell’invecchiamento in piccole botti di rovere di una miscela perfetta, morbida, amara ma inaspettata, che abbraccia i profumi del Giardino della Gherardesca e della storia secolare dell’hotel. La ricetta prevede 2cl di Bombay Sapphire, 3cl di Vermouth Mancino Rosso, 3cl di Bitter Martini Riserva, 2cl di Liquore Arancia Lunae. 

Azotea- Torino 

azotea negroni

Al cocktail-restaurant nikkei di Torino Azotea, il bar manager e socio Matteo Fornaro sperimenta costantemente nuove ricette dietro al bancone. Nella ricchissima drink list, da 25 cocktail e 6 mocktail, trova spazio l’Adriatico Negroni. La ricetta nasce da un obiettivo del bar manager: mettere a punto un drink che ricordi in tutto e per tutto il Negroni, senza l’utilizzo dei tre ingredienti cardine della ricetta internazionale. Così, si spiega l’utilizzo di Amaretto Adriatico, un liquore a base di mandorle pugliesi tostate, infusi di caffè e cannella, sale marino e un ridotto contenuto zuccherino, Cynar Proof 70°, un liquore al carciofo dall’importante componente alcolica e amaricante, e Amaro Amara, un amaro siciliano prodotto con le migliori scorze di Arancia Rossa di Sicilia IGP, che sostituisce la canonica fettina di agrume e viene infuso con fave di cacao. A completare la ricetta, un’aria di latte di mandorla Adriatico e sale Maldon affumicato. Il drink, sebbene differente dall’originale, ricorda per intensità alcolica, amarezza e morbidezza il Negroni.

Romeo Bistrot e Cocktail Bar– Verona 

rome verone negroni

Nel centro di Verona, una chiesa del XIII secolo rivive con arredi in stile tropical, diventando il bistrot & cocktail bar di Andrea Cason e Marco Cosenza. Alla guida del bancone, Edoardo Bullio e il suo team propongono due menu: al piano inferiore, drink immediati abbinati ai piatti del bistrot; al piano superiore, cocktail signature che spaziano tra tecniche innovative, come estrazioni a ultrasuoni e rotovapor, e l’uso di materie prime locali selezionate da chef del territorio. Fra queste troviamo il drink di Natale, concreto twist sul Negroni. 

Composto da 4cl Special Christmas Vermouth (Creato con un vino rosso locale della zona della Valpolicella, che viene aromatizzato con spezie e frutta da Brulè), 3cl di Bitter Campari, 2cl di London Dry Gin conclude un dash di Bitter al cioccolato. Lo spunto nasce da uno dei grandi classici di queste feste, il Vin Brulè, prodotto tipico veneto che si serve in strada o nelle caratteristiche bancarelle all’aperto. 

The Bar Aman Venice– Venezia

negroni aman venezia

Situato al primo piano del palazzo Papadopoli, che ospita il ristorante stellato Aman Venice, The Bar è un’elegante oasi di mixology guidata dal talentuoso Antonio Ferrara. Con la più vasta selezione di gin tra gli hotel veneziani, offre un’atmosfera calda e raffinata, ispirata allo spirito di Lord Byron. La cocktail-list combina twist sui classici e creazioni originali, legate alla storia del palazzo e curate in ogni dettaglio, dalla preparazione alla presentazione. Proprio come il loro personalissimo twist sul Negroni; pensato per essere ricco di sfumature ma di facile bevuta è realizzato con 5cl di Gin Engine, 4cl Bitter Fusetti e ultimato da 3cl di cordiale al pepe nero. 

Gucci Giardino- Firenze

negroni gucci giardino

In Piazza della Signoria a Firenze, il Gucci Giardino è il caffè e cocktail bar della Maison. Ispirato a un antico fioraio della piazza, il locale combina i codici distintivi del brand con l’atmosfera fiorentina ed è l’eccezione che conferma la regola. In questo caso infatti, usciamo dal canone del “rosso natale” per un twist ben più che degna di nota. Si tratta ovviamente del Mémoire di Negroni singolare variante creata per Gucci Giardino dalla pluripremiata Martina Bonci.

 La ricetta prevede di unire 3cl di GinArte, 3 di Bitter Luxardo Bianco, 3cl di Martini Riserva Ambrato insieme a 5ml di Yuzu Sake e 3 dash di Grapefruit Bitter Truth in buste sottovuoto. In ognuna di queste viene poi aggiunto un Butterfly Flower, lasciato riposare per almeno 24 ore sottovuoto prima di essere filtrato e imbottigliato. Il risultato è un cocktail dal colore viola intenso, la cui complessità si svela sorso dopo sorso. 

Moebius – Milano

negroni moebius

Ospitato in un ex magazzino tessile ristrutturato con un’estetica industrial-chic, Moebius combina cucina, cocktail e musica in un ambiente dinamico e contemporaneo. Il cocktail-bar vanta una selezione di bottiglie e una lista di cocktail che spaziano da highball rinfrescanti a drink più robusti, con creazioni originali come il “Pesto Martini”, ispirato a una ricetta di famiglia del head bartender Giovanni Allario o come il suo Gremolada Negroni omaggio totale al capoluogo meneghino. 

Nato dalla voglia di Giovanni di rendere il suo Negroni il più milanese possibile, questo twist è composto dal classico triumvirato che guida la ricetta tradizionale – Gin, Campar, Vermotuh Rosso- ai quali viene aggiunta una Gremolada Milanese (prezzemolo, rosmarino, scorze di limone e olio).

Solitamente usata per accompagnare l’ossobuco alla milanese – o il risotto- questa preparazione regala, grazie all’utilizzo del olio, una rotondità molto elevata al drink; stabilizzata grazie all’utilizzo di un Vermouth Dry che va a “tagliare” il Rosso mitigando non solo l’untuosità dell’olio ma anche la dolcezza dell’intera bevuta.

Il cocktail viene servito con una chips di riso soffiato e sale allo zafferano che lo rendono ancor di più milanese; per quanto possibile. 

Giacosa 1815– Firenze

negroni giacosa

Torniamo per un’ultima volta nel capoluogo toscano e stavolta lo facciamo per rendere onore al passato, alle tradizioni e alla storia che da poco più di un’anno a questa parte sembra ripetersi. Stiamo ovviamente parlando della casa del Negroni, Giacosa 1815, che risplende di luce propria ed autenticità grazie alla caparbietà della famiglia Valenza (proprietaria in città degli storici Caffè Gilli, Paszkowski, e Move On) che affidato il comando allo sceriffo Luca Manni, sta a poco a poco ricreando il mito. 

Fra i tantissimi twist sul “Conte” dei cocktail, abbiamo scelto il Purple Rain, con i suoi toni vegetali, affumicati e burrosi. Il drink è nato dall’abbinamento di sapori tra Cocco e Carota. Olio di cocco Glendalough e Amaro Lucano si incontrano con un tocco delicato di brodo di carote arancioni -95%- e viola -5%-. Il drink viene poi completato con latte affumicato e montato con la sua texture morbida. 

Per scoprire la migliore? Non vi resta che assaggiarle tutte.  Buon Anno a tutti.

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Antonio Galdi

Antonio Galdi, classe 00, si laurea nel 2022 in scienze gastronomiche mediterranee presso l’università di Napoli Federico II. Inizia a lavorare come aiuto cuoco in vari alberghi e ristoranti ma dopo un master in critica enogastronomica, inizia a pubblicare i suoi primi articoli. Adora la cultura pop legata al cinema, alla musica e alla letteratura italiana.