Lubna, il nuovo listening restaurant bar milanese già sulla bocca di tutti, ha concepito un menu food&cocktail interamente dedicato… alla brace!
Ha appena aperto, ma ha già fatto incetta di premi, riconoscimenti e apprezzamenti. Il ristorante Lubna, nuovo progetto dell’imprenditore Lorenzo Querci (già proprietario di Moebius) e dei suoi tre soci Alberto Querci, Francesco Sicilia e Natascia Mila, si preannuncia come uno dei locali da provare e riprovare in tutto il 2025. Il listening restaurant bar Lubna, ma anche lo spazio eventi Magma e la galleria d’arte Scaramouche: la squadra vincente di Moebius stavolta ha deciso di riprovarci all’interno di una zona di rigenerazione urbana a pochi passi da Porta Romana, Fondazione Prada e Fondazione Ica, riportando in vita un’area urbana di circa 3000 mq dopo decenni di abbandono e degrado. Un “foro” contemporaneo, dove ritrovarsi per passare il tempo in tanti modi diversi. Con un lungo bancone da bar, ovviamente, a fare da bussola per i già tanti naviganti che l’hanno raggiunto.

Tra le novità più interessanti di questo spazio ibrido in cui mangiare, bere e ascoltare buona musica, c’è la volontà – nei fatti e non solo nelle parole – di intrecciare il mondo del food a quello dei cocktail. La firma, del resto, è quella del pluripremiato team già protagonista in via Alfredo Cappellini 25: lo chef Enrico Croatti, fresco di Stella Michelin, e il bar manager Giovanni Allario, che insieme al suo staff nel 2024 ha trascinato Moebius tra i migliori 50 bar al mondo (38° posto in The World’s 50 Best Bars). Il risultato di questa speciale combo? Un’apposita sezione del menu di Lubna dedicata alla griglia, in cui lo chef va chiaramente a omaggiare le sue origini romagnole. Esattamente quel tipo di connubio che abbiamo scelto di raccontare nella nostra rubrica “Spirits a Tavola”, visto che in questo caso le ricette dei cocktail affondano le loro stesse radici nel cibo a cui vengono abbinate.
“Spirits a Tavola”: quando, come e perché gli spirits entrano in cucina
Spazio quindi ad affumicature, cotture varie e ingredienti bruciati, con estrazioni di olio al carbone, banane bruciate, rosmarino scottato e ancora e ancora… Si parte dal dolce “Peanut and Rosemary”, a base di vodka, arachidi, lemongrass e rosmarino bruciati, e dall’avvolgente “Roasted Pumpkin” con gin, genziana, bergamotto, champagne e zucca arrosto. Si prosegue con il complesso “Yogurt Toreador“, preparato con tequila, acquavite di albicocca, Triple Sec, lime, yogurt, olio e carbone, e si chiude in bellezza con il “Banana Punch”. Bourbon, Sherry Amontillado, grano saraceno, banana tostata e latte chiarificato, i suoi ingredienti. Gli stessi principi guidano inevitabilmente anche la parte “Brace” del menu food: dai “Passatelli in brodo grigliato e porcini essiccati” ai “Maltagliati grigliati ai fagioli di Lamon”, passando per la “Barbabietola sottoterra al taleggio e nocciole”, fino alla classica “Grigliata mista di maiale, agnello e bovino”. Gli spirits non entrano direttamente in cucina, stavolta è il cibo a entrare negli spirits. O meglio, nei cocktail.

“Anche a Lubna come a Moebius il nostro approccio alla creazione liquida è legato a filo doppio alla gastronomia. Lo sviluppo del menu ruota intorno alla rappresentazione del concept del locale, con le categorie di highball, long drink dai gusti semplici e chiari pensati per chiunque voglia passare un buon momento senza uscire dalla zona di comfort, e twist on classic, ricette di cocktail storici – più o meno conosciuti – a cui noi aggiungiamo strati aromatici o che rivisitiamo a livello strutturale”, ci hanno spiegato i quattro soci di Lubna. “La terza parte dei cocktail alcolici rappresenta appunto la nostra visione del cuore pulsante del locale: il fuoco. In questa sezione ogni drink ruota intorno a un prodotto fresco in relazione alla griglia e qui troviamo serviti cocktail che escono dalla struttura classica e si focalizzano più sull’esperienza aromatica tesa a sorprendere il cliente”. Non resta dunque che andare a provarli, rigorosamente in pairing.