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I 5 cocktail classici per vivere al meglio l’autunno

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È iniziato l’autunno, la stagione che pone fine alle temperature calde e al bel tempo, per mettere in luce tutta la bellezza della natura che si rinnova. Con le giornate, e soprattutto le fredde serate, non c’è occasione migliore per gustare uno tra i cocktail classico senza tempo. Ne abbiamo selezionati cinque per vivere al meglio questo periodo dell’anno. Da quelli a base cognac, piuttosto rari, a quelli con il whisky, fino a un solo drink con la vodka.

old fashioned

1.Old Fashioned

Per iniziare al meglio l’autunno, non possiamo che partire da un grande classico della miscelazione, il cui nome è preso in prestito dal bicchiere in cui viene servito: l’Old Fashioned. Come nel caso del Negroni, anche questa icona della miscelazione non è probabilmente stata inventata da un barman, ma da un cliente. La leggenda più accreditata sostiene infatti che si tratti del colonnello James E. Pepper che, dopo avere bevuto un ottimo cocktail a New York City, al bar del Waldorf Astoria Hotel di cui era frequentatore, decise di richiedere lo stesso drink in un altro stato americano, il Kentucky, al Pendennis Club di Louisville di cui era membro.

old fashioned

L’anno non è certo, ma si sa che nel 1862 si ha la prima traccia scritta di questa ricetta, nell’opera letteraria “Jerry Thomas’ Bartenders Guide”. Presente nella lista IBA dalla prima edizione del 1961, si prepara facendo sciogliere una zolletta di zucchero in un bicchiere Old Fashioned con angostura e acqua naturale. Dopodiché si aggiungono il ghiaccio, il whiskey e si mescola delicatamente. Si completa con una fetta/zeste d’arancia e con una ciliegia al Maraschino. Avendo il cocktail una lunga storia, sono nate nel corso del tempo diverse varianti, che vedono lo sciroppo semplice sostituire la zolletta di zucchero oppure il limone rimpiazzare l’arancia.

 

2. Espresso Martini

espresso martini cocktail classici

È l’unico drink di questa lista ad avere la vodka. La storia dell’Espresso Martini, se confermata, è davvero particolare. Si narra che il cocktail sia nato dalla mente del bartender Dick Bradsell – uno degli artefici della rinascita dell’Old Fashioned, e inventore di altri cocktail classici, come il Bramble – nel 1983. A quei tempi, Dick lavorava al Freds Club di Londra e, una sera, arrivò al suo bancone una modella, che poi sarebbe diventata famosa negli anni successivi. La sua richiesta fu molto particolare: “Wake me up and then fuck me up”, ovvero Puoi farmi qualcosa che mi faccia svegliare e che mi fotta il cervello?”. Così, lui miscelò vodka, Kahlúa, un liquore messicano a base di rum e caffè Arabica, zucchero liquido e una tazzina di caffè espresso.

espresso martini cocktail classici

Non solo il mix soddisfò le aspettative della modella, ma divenne anche tra i più apprezzati dell’epoca contemporanea, tanto che l’IBA lo ha inserito tra i New Era Drinks dal 2011. A differenza di quanto si potrebbe pensare, il nome Martini non deriva dall’utilizzo di Martini, ma dal tipo di bicchiere in cui il cocktail viene servito: la Coppa Martini. Per preparare il drink, si shakerano tutti gli ingredienti con ghiaccio e si versano, dopo filtrazione, in un bicchiere precedentemente raffreddato.

3.Boulevardier

Boulevardier

Un po’ Negroni, un po’ Manhattan. Potrebbe essere riassunto così il Boulevardier, cocktail nato nel 1927, proprio come twist sul celebre drink italiano nato a Firenze. Come nella storia di altri cocktail, anche in questo caso vi è la grande influenza di uno scrittore, Erskine Gwynne, ai tempi direttore di un mensile di moda parigino, pensato per gli expat americani che vivevano nella capitale francese, ispirato al The New Yorker e dal nome Boulevardier. La prima testimonianza di questa ricetta è datata 1927, nel libro Barflies and Cocktails del proprietario dell’Harry’s Bar New York a Parigi Harry MacElhone. Secondo questa pubblicazione, la creazione del drink è da attribuire proprio allo scrittore, secondo altre fonti al noto barman, secondo altre ancora a tutti e due.

Boulevardier

A prescindere da ciò, il Boulevardier è un cocktail che oggi fa parte della categoria The Unforgettables della lista IBA. Si prepara versando in un mixing glass, con cubetti di ghiaccio, bitter Campari, vermouth rosso – come il Negroni – e bourbon whiskey al posto del gin. Si mescola bene e si versa, filtrandolo, in una coppa precedentemente raffreddata o, come preferiscono alcuni bartender, in un bicchiere Old Fashioned riempito di ghiaccio.

4.Vieux Carrè

Vieux Carrè coqtail milano

A New Orleans, città della Louisiana in cui nacque il Sazerac, un classico a base di cognac, assenzio, zucchero e Peychaud’s Bitters, è nato anche il Vieux Carré. Non è un caso che due ricette su due contengano cognac. A New Orleans, infatti, esiste proprio un quartiere francese, il più antico della città, denominato Vieux Carré (in francese significa piazza vecchia), che ospita il Monteleone Hotel di New Orleans, all’interno del quale si trova il bar Carousel, in cui il capobarman Walter Bergeron mise a punto la ricetta. La prima testimonianza documentata del Vieux Carré è datata 1938, sul libro dello storico Stanley Clisby Arthur “Famous New Orleans Drinks and How to Mix E”. La particolarità di questa ricetta è che, come in quella del Sazerac, vi è un altro ingrediente in comune oltre al cognac: il Peychaud’s Bitters. Creato dal farmacista creolo haitiano trasferitosi in Louisana Amédée Peychaud, il quale inventò anche il Sazerac, il bitter contiene genziana, anice, chiodi di garofano, vaniglia, noce moscata, frutta e spezie segrete.

Vieux Carrè

A completare la ricetta, vi sono l’americano rye whiskey, l’italiano vermouth e il francese Bénédictine, un liquore digestivo normanno prodotto con 27 spezie orientali e altre piante locali. Il cocktail si prepara versando tutti gli ingredienti nel mixing glass con cubetti di ghiaccio. Quindi si mescola bene e poi si filtra in una coppetta da cocktail ghiacciata, decorando con scorza d’arancia e ciliegia al Maraschino.

5.Adonis 

adonis

L’Adonis è un cocktail vintage, che unisce due prodotti a base vino dalla storia differente: lo sherry fino, un vino fortificato spagnolo come il Marsala, e il vermouth rosso, un vino aromatizzato italiano. Nato secondo la leggenda tra il 1884 e il 1886 al bar del Waldorf Astoria, in omaggio a uno spettacolo di burlesque dal nome Adonis che andò in scena a Broadway, la ricetta è stata per la prima volta documentata proprio nel libro “The old Waldorf-Astoria bar book” di Albert Stevens Crockett. Entrato nella prima lista IBA, del 1961, il cocktail non è più tornato nell’enciclopedia dei cocktail ma, nonostante ciò, in tanti lo ricercano ancora oggi. Il drink si completa con l’orange bitter, che dona freschezza e il cui gusto viene, a volte, ripreso con una scorza d’arancia. Avendo una storicità così lunga, nel tempo è stato la base di twist on classic, tra cui spicca il Bamboo di inizio ‘900, con vermouth dry al posto del vermouth rosso. Per il suo basso tenore alcolico (15% vol.), si presta a essere consumato all’aperitivo. L’Adonis si prepara versando vermouth, sherry e orange bitter in un mixing glass con ghiaccio, miscelando delicatamente e poi versando in una coppetta fredda. La decorazione? Scorza d’arancia e, anche in questo caso, una ciliegia al Maraschino.

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Alessio D'Aguanno

Alessio D’Aguanno è il copywriter. Intervista bartender e racconta il lavoro che questi ultimi fanno nei cocktail bar italiani e di tutto il mondo, sia nel blog che nella guida cartacea.

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