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Italiani all’estero: Francesco D’Arienzo, il bar manager del Blind Tiger di Dubai

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A Dubai la scena della miscelazione è sempre in grande crescita. Il motivo? Innovazione è da sempre la parola che caratterizza una delle metropoli più moderne del globo. A distanza di tre anni dall’ultima volta, abbiamo intervistato uno dei più importanti testimonial della mixology italiana nella più importante città degli Emirati Arabi Uniti: il bar manager del Blind Tiger, cocktail bar dell’hotel 5 stelle Jumeirah Al Naseem, Francesco D’Arienzo.

Francesco D’Arienzo

La scena attuale di Dubai

Dubai è sempre in grande fermento. “Rispetto a cinque anni fa, ci sono il triplo/quadruplo di locali. Grande è la richiesta di personale italiano, per la differenza nel savoir faire che abbiamo con il cliente, per la nostra ospitalità”. Inizia così la chiacchierata con Francesco D’Arienzo, bartender che da anni muove i suoi passi nella città. “Qui la scelta è vastissima e hanno inaugurato importantissimi progetti: il ristorante giapponese Zuma, il nikkei SUSHISAMBA, i mediterranei LPM e Gaia, i sudamericani Amazónico e COYA e Cipriani”.

high ball sour

La clientela preferisce cocktail dolci, freschi e leggeri, come highball e sour. “Oltre a una questione genetica – il palato arabo preferisce bevande più zuccherine – c’è anche una questione di temperatura. Il clima varia durante l’anno dai 20 ai 50°C ed è impensabile che i drink più ordinati siano Old Fashioned o Negroni. Questi ultimi vengono preferiti solo da una piccola parte della clientela”. Inoltre, tra gli arabi, è comune la non-assunzione di alcool per motivi religiosi. Proprio per questo motivo, tutti i locali hanno in carta degli analcolici.

Blind Tiger

blind tiger

Modern speakeasy, con influenza asiatica. Gli arredamenti contemporanei e le luci soffuse creano un ambiente unico e riservato per la clientela. Il nome è un diretto richiamo al periodo del proibizionismo. Blind Tiger era infatti un’espressione usata per dire che vi era uno speakeasy nelle vicinanze. Il locale non è in realtà un vero e proprio speakeasy – perché non esistono parole d’ordine – ma è comunque nascosto e difficile da trovare, perché situato nel piano seminterrato dell’albergo. Ciononostante, il 75% dei clienti del bar non soggiornano nelle camere. Il locale non è distante da Dubai Marina – una zona ricca di spiagge – né dal Palm Jumeirah, un’isola che ha la forma di un albero e che riproduce fedelmente lo sfarzo di Dubai in tutti i possibili settori: hotellerie, ristorazione e immobiliare. 

 

blind tiger

La miscelazione

I cocktail di Blind Tiger sono minimali e ispirati ai classici. “Nelle ricette, usiamo tante tecniche contemporanee, come il milk punch, la fermentazione, per la produzione di sode, il rotovapor, la cottura in sottovuoto e così via. Tutto, però, è finalizzato alla rivisitazione, con un tocco asiatico, dei classici internazionali”. 

cocktail blind tiger

In menu, la ricerca di Francesco e del suo team di bartender si apprezza in signature quali il Najingan, un twist sul Negroni con blend di vermouth Mancino infuso per 36 ore con kumquat, e Himachi, un twist sul Cosmopolitan, con gin, sake, lamponi, yuzu, Sakura vermouth. Tra le pagine del menu, si apprezza anche il taglio gastronomico di alcune creazioni. Il Jun viene preparato con un cordial di peperone giallo italiano, yuzu, tequila reposado e mezcal, mentre il Boulevardier con shiitake, burro, pane, blend di vermouth e Campari. 

Oltre ai signature, c’è spazio per una sezione di Kudamono daiquiri, quattro differenti daiquiri alla frutta, di cocktail low alcool, con base Campari, Fernet, Vermouth, e infine per una sezione di analcolici, con classici rivisitati come lo Spritz, mocktail con frutta e anche birra e spumante analcolici. 

blind tiger

In abbinamento ai cocktail, è possibile scegliere dei bites, tapas sfiziose e ricche di gusto, come il Beef Bao Bun con guancia di manzo brasata e salsa hoisin, o i Crispy Squid, calamari croccanti con pepe nero e zenzero. Gli abbinamenti perfetti? Rispettivamente il Boulevardier sopracitato e il Jun.

Una novità dietro l’altra

Così come tanti cocktail bar nella classifica The World’s 50 Best Bars, anche il Blind Tiger è piuttosto attivo nell’ambito degli eventi. Dopo la partecipazione alla Negroni Week di settembre, a novembre ha partecipato all’Old Fashioned Week con il brand di rye whiskey Mitcher’s e a dicembre ha realizzato una drink list natalizia con il whisky scozzese The Macallan. Anche il nuovo anno è iniziato all’insegna delle novità. A gennaio, Il Blind Tiger ha inaugurato un programma di guest shift con importanti ospiti, quali Emanuele Balestra da Montecarlo, con una masterclass su profumi edibili, piuttosto che Marco Dongi, dal Bar Sathorn di Bangkok. 

blind tiger

“L’obiettivo è espanderci a livello internazionale, sia con le guest che ospitiamo, sia con quelle che vorremmo inaugurare all’estero, per raccontare la nostra miscelazione fuori da Dubai. L’obiettivo più grande? Senza dubbio entrare in 50 Best, ma anche far sì che Blind Tiger diventi un bar riconosciuto a livello internazionale”.

Chi è Francesco D’Arienzo

Nato ad Aversa nel 1992, Francesco D’Arienzo inizia la professione del barista prestissimo. Dopo alcuni corsi di formazione, si innamora del flair e dei classici della miscelazione. Raggiunta la maggiore età, fa la prima esperienza da bartender a Gallipoli, dopo la quale si trasferisce a Londra, prima nel quartiere Soho e poi nella catena di ristoranti nikkei Chotto Matte, dove fino al 2017 apprende uno stile di miscelazione internazionale, grazie a Marco Rosina. Quindi, la partenza per l’Australia, dove lavora da The Smoking Panda e poi al 360 Bar and Dining a Sidney. A Dubai, da senior bartender, inaugura il Galaxy Bar, un cocktail bar che arriverà 67° in 50 Best e che vincerà il premio Campari One To Watch. Quindi, un’ultima esperienza da Amazonico come head bartender, lo divide dall’attuale progetto in cui, per la prima volta, veste i panni del bar manager. 

Il suo cocktail preferito è il Gibson, il suo distillato la tequila.

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Alessio D'Aguanno

Alessio D’Aguanno è il copywriter. Intervista bartender e racconta il lavoro che questi ultimi fanno nei cocktail bar italiani e di tutto il mondo, sia nel blog che nella guida cartacea.

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