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National Armagnac Day: oggi si celebra il pregiato distillato di vino francese

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armagnac

Oggi, 21 dicembre, è la giornata in cui si festeggia l’armagnac, il pregiato distillato di vino francese, spesso associato al cognac, nonostante abbia una sua personalità e si distingua in molti aspetti dal prodotto più noto. Per saperne di più su questo affascinante mondo, abbiamo intervistato uno dei più grandi conoscitori del tema: il bar manager di Orvm Bar, situato all’interno del The Westin Excelsior Rome, Luca Di Francia.

luca di francia

Cos’è l’armagnac:

Disciplinato dall’Appellation d’origine contrôlée (AOC; letteralmente: “denominazione d’origine controllata“, l’equivalente della nostra DOC), l’armagnac è un distillato di vino nato nella terra della Gascogne, nel sud-ovest della Francia, al confine con la Spagna. Tre sono i fattori che hanno portato alla sua origine nel corso della storia: l’introduzione della vite da parte dei romani in quel territorio, dell’alambicco da parte degli arabi e della botte da parte dei celti. “Questo trinomio ha fatto sì che nel 1310 – anno in cui sono documentate le prime testimonianze scritte, dell’abate Vital du Four del monastero di Eauze, città della contea di Armagnac – nascesse uno dei distillati più antichi del vecchio continente. Ciononostante, rispetto al cognac è ancora oggi meno conosciuto, perché già nel corso della storia è stato sempre prodotto in un’area geografica difficile per la commercializzazione”. 

Zone di produzione

L’armagnac si può produrre in tre aree (per un totale di 4,200 ettari) accomunate dal “boulbene”, un misto di argilla e silice che conferisce al terreno un colore bruno-rossastro:

L’appellazione Armagnac si divide in 3 terroir:

  • a ovest: il Bas-Armagnac (nel Gers e nelle Landes) o Armagnac Noir, così definito localmente, presenta suoli dominati da sabbia e limo ed estesi boschi di quercia e pino, che rendono il paesaggio particolarmente ombroso. I prodotti che nascono sono equilibrati, fruttati, rotondi e delicati, dal bouquet molto fine
  • al centro: la Ténarèze (si colloca fra Haut e Bas Armagnac) è caratterizzata da suoli calcarei, argillosi, e molto fertili. Gli armagnac che nascono qui sono persistenti e necessitano di un lungo invecchiamento
  • a sud ed a est: l’Haut-Armagnac è composto da suoli calcarei e argillosi. Grazie alla colorazione chiara del suolo, questa zona viene anche definita Armagnac blanc. In quest’area, nella quale sono nate nuove realtà produttive, si produce l’1% dell’armagnac totale. Gli Armagnac che si ottengono sono robusti, di tensione e finezza (con uno stile simile al Cognac) e necessitano di una lunga maturazione

armagnac

Vitigni

Tra i dieci vitigni autorizzati per la produzione di Armagnac, quattro sono quelli principali, che danno la loro personalità all’acquavite:

  • Ugni Blanc: è il nostro Trebbiano e si distingue per le note fruttate, di pera e mela
  • Baco o Baco 22 A: è un’uva ibrida ottenuta dall’unione del Folle Blanche e Noah e ideata da un insegnante delle Landes Mr.Baco. Il suo utilizzo è consentito solo per la distillazione e non per il vino da tavola. Si usa per apportare struttura, sensazioni vellutate e persistenza alla bevuta
  • Folle Blanche: ha note floreali ed eleganti
  • Colombard: uva molto produttiva, fresca e dal tipico aroma

Il paesaggio guascone è un alternarsi di prati, coltivazioni di cereali, vigneti e boschi. La vicinanza di boschi, ideale per i vini da distillare, riduce il tasso zuccherino, aumenta l’acidità dei grappoli, assorbe l’eccedenza di acqua e protegge la vite dal freddo notturno.

armagnac

Distillazione

L’armagnac si ottiene dalla distillazione di vino con due tipologie di alambicchi. “Il 95% dei prodotti è distillato con alambicco armagnacais, un piccolo alambicco a colonna che distilla in modo continuo. Il 5% dei prodotti è distillato con l’alambicco charentaise, lo stesso del cognac, che lavora in modo discontinuo”. Se nel primo caso si ottiene subito un ottimo risultato gustativo, nel secondo caso è necessario compiere una seconda distillazione, in cui vanno scartatati i primi e gli ultimi vapori (della testa e della coda) per avere un risultato più ottimale.

La distillazione viene spesso effettuata a domicilio del vigneron, il vignaiolo, con alambicchi semoventi. La distillazione non ha un tempo definito, ma varia in base alla tipologia di vini da distillare. L’obiettivo finale è quello di estrarre tutte le volatili nobili, che conferiscono aromi fruttati, di prugna, uva, fiori di vite e tiglio.

Invecchiamento

La fase in cui l’armagnac acquista gran parte del suo valore sul mercato è l’ultima: l’invecchiamento. Il distillato viene fatto risposare in botti da 400 litri, in legno di quercia di Monlezun, proveniente dalle foreste della Guascogne, o in legno di Limousine, una quercia peduncolata, che rispetto alla prima ha una porosità molto larga e permette quindi una maturazione dell’armagnac più veloce e ne garantisce un tempo di invecchiamento inferiore. In base all’età dell’acquavite più giovane – raramente l’armagnac non viene miscelato ad altri armagnac – il prodotto finale si classifica in:

  • VS: almeno un anno di invecchiamento in botte
  • VSOP: almeno quattro anni di invecchiamento in botte
  • Extra Old o Oldage: almeno dieci anni di invecchiamento in botte

armagnac

Un capitolo particolare lo meritano i millesimati. A differenza del vino, in questo caso l’armagnac di una sola annata non viene messo sul mercato per l’importante valore dell’annata, ma molto più spesso per un evento affettivo capitato in quell’anno, come la nascita di un nipote. “Nonostante il suo pregio, l’armagnac rimane tuttora un prodotto molto rustico, locale e legato al territorio di origine e a chi lo produce. E questa è un’importante testimonianza”.

Consumi e tendenze

“Oggi, i distillati di vino non hanno grande fortuna in Europa. Spesso, si dice che siano impegnativi da consumare ma, se il prodotto è di qualità, bisogna smentire questa tesi. Adesso, li stanno apprezzando tanto in Asia e America, mentre noi tendiamo a preferire ciò che è di tendenza e che i mass media ci impongono. Prima c’era la vodka, adesso il gin e magari un domani l’armagnac”.

armagnac cocktail
Oltre a essere degustabile liscio, anche con ghiaccio, l’armagnac può essere utilizzato in miscelazione, per twistare cocktail classici nella cui ricetta è presente un distillato di vino, come pisco, brandy o cognac. “Essendo sempre stato visto come prodotto da meditazione, l’armagnac è difficile trovarlo nei cocktail classici, ma ha dimostrato negli anni, di essere un ottimo ingrediente anche nei cocktails. Un esempio? Un Julep, (con un Armagnac Dartigalongue dry cellar) in cui prende il posto del bourbon whiskey – la scelta che preferisco – oppure un Suffering Bastard, in cui viene utilizzato al posto del cognac (un armagnac Blanche Un-Oached Dartigalongue) , in abbinamento a gin, succo di lime, angostura e ginger beer” . Oppure per finire un Sour sostituendo il whiskey con uno Janneau Grand Armagnac VSOP.

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Alessio D'Aguanno

Alessio D'Aguanno

Alessio D’Aguanno è il copywriter. Intervista bartender e racconta il lavoro che questi ultimi fanno nei cocktail bar italiani e di tutto il mondo, sia nel blog che nella guida cartacea.

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