È stata presentata la prima metà della classifica The World’s 50 Best Bars 2023, quella che annuncia i migliori cocktail bar al mondo dal 51°al 100°. La notizia è che, rispetto all’anno scorso, è presente solo un italiano in lista, il Camparino in Galleria, sceso dal 73° all’85° posto.
Non c’è traccia, invece, di The Court e Freni e Frizioni, rispettivamente 77° e 86° nel 2022. Se da un lato questo potrebbe essere presagio di un calo del livello della miscelazione italiana, o comunque di uno stallo mentre tutta l’industry estera progredisce, dall’altro lato l’auspicio è quello di ritrovare questi due locali nella prima metà della classifica, che sarà presentata martedì 17 ottobre al Pasir Panjang Power Station di Singapore.
Se l’Italia è poco presente, non si può dire lo stesso dell’Europa, che vanta quattro locali a Londra – Lyaness, Swift, Donovan Bar e Artesian, nel quale lavora l’italiana Giulia Cuccurullo – due ad Atene, Barro Negro e The Bar in front of The Bar, uno a Manchester, lo Schofield’s Bar, uno a Parigi, il Danico dove lavorò anche Giovanni Allario attualmente bar manager al Moebius di Milano, uno a Cipro, il Lost & Found, uno in Slovacchia, il Mirror Bar di Bratislava, uno in Germania, il Velvet di Berlino, uno in Albania, il Nouvelle Vague di Tirana, uno in Portogallo, il Red Frog di Lisbona, e tre nel Nord Europa: il Tjoget di Stoccolma, lo Svanen di Oslo e il Ruby di Copenaghen. Il totale è di 17 locali europei.
Altro continente molto rappresentato è l’America, anche in questo caso con 15 locali. Se New York si conferma meta internazionale per il miscelato, con ben quattro locali, tra cui spicca l’Attaboy (57°), si fanno strada i Paesi dell’America centro-meridionale: il Messico con cinque insegne, suddivise tra Città del Messico, Guadalajara, Bogotá e Tulum, il Brasile con due, entrambe a San Paolo, il Tan Tan (56°) e il Subastor (58°), e il Perù con una, il Lady Bee di Lima, che si classifica 52°.
Altro continente con 15 cocktail bar in classifica è l’Asia, con ben cinque locali dal 59° all’83° posto a Singapore, che si conferma polo della miscelazione internazionale, e due ciascuno per Bangkok, Tokyo e Hong Kong, anche con ottimi piazzamenti come il The Bellywood (53°) o il Vesper (55°).
Gli altri due continenti, Africa e Oceania, sommano in tutto tre locali: l’australiano Byrdi di Melbourne (61°), il keniota Hero Bar di Nairobi (62°) e il sudafricano Sin + Tax di Johannesburg (94°).
Adesso, non resta che vedere la classifica del 17 ottobre, in cui verranno svelati i primi 50 cocktail bar al mondo. La speranza è quella di vedere tanta Italia.
Ecco la lista completa The World’s 50 Best Bars :
- Danico (Paris)
- Lady Bee (Lima)
- The Bellwood (Tokyo)
- Lyaness (London)
- Vesper (Bangkok)
- Tan Tan (São Paulo)
- Attaboy (New York)
- Subastor (São Paulo)
- 28 Hongkong Street (Singapore)
- Arca (Tulum)
- Byrdi (Melbourne)
- Hero Bar (Nairobi)
- Manhattan (Singapore)
- Nutmeg & Clove (Singapore)
- El Gallo Altanero (Guadalajara)
- Tropic City (Bangkok)
- Sidecar (New Delhi)
- Martiny’s (New York)
- Ergo (Dubai)
- Barro Negro (Athens)
- Penicillin (Hong Kong)
- Rayo (Mexico City)
- Civil Liberties (Toronto)
- Hope & Sesame (Guangzhou)
- Bar Cham (Seoul)
- Swift (London)
- Velvet (Berlin)
- Analogue Initiative (Singapore)
- Bar High Five (Tokyo)
- La Sala de Laura (Bogotá)
- Kaito del Valle (Mexico City)
- Kumiko (Chicago)
- Native (Singapore)
- Svanen (Oslo)
- Camparino in Galleria (Milan)
- Nouvelle Vague (Tirana)
- Ruby (Copenhagen)
- Red Frog (Lisbon)
- Thunderbolt (Los Angeles)
- Mirror Bar (Bratislava)
- Maison Premiere (New York)
- Donovan Bar (London)
- Tjoget (Stockholm)
- Sin + Tax (Johannesburg)
- Schofield’s Bar (Manchester)
- Lost & Found (Nicosia)
- Darkside (Hong Kong)
- The Bar in front of The Bar (Athens)
- Employees Only (New York)
- Artesian (London)